Un fotografo da 300 km/h!
Mirco Lazzari è un fotografo molto conosciuto e stimato in campo sportivo, essendosi dedicato, negli ultimi 25 anni, a scattare immagini a moto e auto durante le corse più importanti a livello internazionale
In una lunga intervista concessa ad NPS Italia (Nikon Professional Services), della cui famiglia fa parte, ormai, dal lontano 1989, ha parlato molto del suo stile, di come sia stato importante per entrare di diritto nella categoria dei fotografi di eventi di portata mondiale e di quanto sia cambiato, oggi, il mondo della fotografia, a livello lavorativo, con l’entrata in gioco del digitale e della grandissima quantità di materiale free disponibile.
“Una vita a 300”
Classe 1961, figlio di un appassionato di Motomondiale e di una amante della fotografia. L’interesse per questi due mondi, perciò, è stato praticamente automatico e naturale, tanto che, nel 1985, è divenuto archivista fotografico di Autosprint; ha avuto così modo di frequentare i migliori fotografi del settore, inserendosi, nel 1989, nella famiglia NPS.
Il suo lavoro è stato l’evoluzione naturale di una lunga gavetta, partita dalle gare minori e arrivata a completare nove libri sul campionato Italiano Superturismo.
La sua vita è cambiata nel 2001, quando il direttore storico di Autosprint, Carlo Cavicchi, gli ha proposto di seguirlo, come fotografo, in un progetto editoriale nuovo di zecca, chiamato Sportautomoto.
La sua carriera da freelance si è interrotta, perlomeno in parte, nel 2009, quando ha cominciato a lavorare con l’agenzia americana Getty Images. Da lì sono comparsi moltissimi altri incarichi, anche in mondi per noi lontanissimi, come il Giappone, tanto che ne è valsa la pena cominciare a pubblicare una serie di libri, chiamati “Una vita a 300“, in cui raccontare, annualmente, il mondo del Motomondiale; una chicca imperdibile per i veri appassionati del settore.
La sua fotografia
Quello che colpisce delle immagini di Lazzari è il movimento; lui stesso ha riferito di essersi voluto discostare dalla “solita” fotografia statica, in cui i soggetti sembrano sempre uguali, per andare a ritrarre qualcosa di completamente diverso: sportivi fuori dai box, immersi in panorami, cieli azzurri e piste lunghissime, inserendo nelle foto, quindi, non solo chi partecipa alle gare ma anche l’ambiente circostante. In questo modo i suoi scatti hanno cominciato a farsi distinguere, tant’è che oggi si parla del suo stile come di un “marchio di fabbrica“.
La sua intenzione, in sostanza, è sempre di emozionare il lettore, più che rappresentare “i vincitori”: nei suoi scatti c’è sempre spazio per tutti e non bada alle classifiche che, di solito, sono il centro dell’obiettivo fotografico di molti magazine.
Pubblicato nella gallery di Life e sul New York Times, Lazzari è molto fiero del suo lavoro e delle soddisfazioni che ha riscosso durante la sua vita, a partire da un’età, tutto sommato, particolare, visto che lo slancio definitivo, lavorativamente parlando, è arrivato a quasi 40 anni.
Ed è, forse, anche per questo che il suo messaggio per i giovani è di “provarci sempre”, di non mettere mai da parte i sogni, senza mai dimenticare, però, che bisogna cominciare dal basso, fare sacrifici enormi, sia fisici che economici, per procurarsi, ad esempio, l’attrezzatura e viaggiare verso le varie tappe interessate dalle gare, lottare contro l’enorme disponibilità di contenuti free che il digitale ha oggi messo a disposizione e mettendo in cantiere anche di cercare uno stile particolare ed unico, per farsi apprezzare e riconoscere e, quindi, per dare un motivo per essere scelti.
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