Cos’è la lomografia?
La lomografia rappresenta quello stile fotografico che è riuscito a mandare avanti il rullino in un’epoca dove il digitale cominciava a prendere piede, minacciando di soppiantarlo per sempre.
Origini
Siamo nei primi anni 90.
Due giovani studenti austriaci, Matthias Fiegl e Wolfgang Stranzinger, girovagano in un mercatino dell’usato di Praga, cercando occasioni e ispirazioni vintage.
Qui trovano una “vecchia” (ma non troppo, per quegli anni) macchina fotografica analogica, una Lomo LC-A: si tratta di una macchina a rullino prodotta negli anni ’80 a San Pietroburgo, dove tutte le operazioni su pellicola e fuoco sono manuali, tranne il controllo dell’esposizione che è automatico. Una volta provata, i due giovani ne sarebbero rimasti estasiati: le foto apparivano super sature in colori, sfocate, “vignettate”, insomma con uno stile vintage fuori dal comune che con una digitale si può ottenere solo (forse) grazie ad un buon fotoritocco.
È in quel preciso istante che è nata la lomografia, quest’arte di fotografare la realtà “senza pensare”.
Il sito internet che convoglia questa sorta di “corrente di pensiero” relativa alla fotografia è Lomography.it e porta avanti una vera e propria causa, con tanto di motto e “leggi”, che sono, rispettivamente, “Non pensare, scatta!” e:
- Porta la tua lomo ovunque tu vada;
- Usala sempre di giorno e di notte:
- La lomografia non è un’interferenza nella tua vita ma ne è parte integrante;
- Scatta senza guardare nel mirino;
- Avvicinati più che puoi
- Non pensare
- Sii veloce
- Non preoccuparti in anticipo di quello che verrà impresso
- Non preoccuparti neppure dopo
- Non preoccuparti di nessuna regola
Il digitale che imita l’analogico
Incredibilmente, la lomografia sta portando avanti un trend “alternativo” al digitale così forte… da influenzare il digitale stesso. Un esempio?
I filtri Instagram! Quello chiamato “X-Pro“, tanto per citarne uno, prende lo stesso nome e la stessa ispirazione di realizzazione di una pellicola super-satura utilizzata nella lomografia.
Insomma, se le nuove generazioni impareranno ad amare e ad apprezzare il rullino in un’era completamente digital, il merito è sicuramente da ritrovare in quella lomografia che tanti etichettano come radical chic, ma che invece rappresenta una maniera alternativa di fare (e vivere) le foto, con quel tocco delicato e soffice che rende tutto molto vintage… e reale.
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